DOMANDE E RISPOSTE
1) Che vuol dire psicoterapia analitica?
Vuol dire che negli incontri con il terapeuta si analizzano insieme problemi stati d’animo ed eventualmente sogni per comprenderne il senso e cercare una soluzione.
2) Perché ha scelto di operare attraverso la psicoterapia analitica?
Perché sono convinta che molto di noi sia determinata “ inconsciamente” e che quindi anche gli aspetti più assurdi e incomprensibili della nostra personalità in realtà abbiano un senso,che insieme possiamo trovare.
3) In che consiste una “psicoterapia analitica junghiana” e in cosa si differenzia da una analisi di tipo freudiano?
Le differenze sono di tipo tecnico ,pratico e teorico,e riguardano il setting analitico e la conduzione dell’intero trattamento. In breve,durante il colloquio terapeuta e paziente sono seduti l’uno di fronte all’altro e quindi il terapeuta è attivamente coinvolto nel dialogo;la frequenza degli incontri è meno assidua ( si parte di solito da un incontro alla settimana per poi quanto prima diradare) perché grande fiducia è riposta nelle capacità di autoguarigione dell’individuo e nelle capacità terapeutiche del proprio inconscio .
4) Quanto dura il trattamento?
La durata di un’analisi è difficile stabilire; per mia esperienza ,ci sono stati casi che hanno richiesto pochi incontri, a volte anche uno solo è stato chiarificatore, e in altri è stato necessario prolungare gli incontri per mesi e anni. Ogni decisione è comunque presa di comune accordo. L’apprendimento delle tecniche di rilassamento rientra nel gruppo delle “psicoterapie brevi” e in questo caso gli incontri stabiliti all’inizio non superano le 10/12 sedute.
5) Come faccio a sapere se questo trattamento è adatto a me?
Al di là delle controindicazioni segnalate nella presentazione (psicosi, bambini troppo piccoli), la decisione è estremamente individuale. Forse l’unica vera indicazione è aver voglia di intraprendere un percorso di consapevolezza, che è già il primo passo verso la guarigione, e trovarsi a proprio agio durante le sedute.